L'abbazia fortificata

L’abbazia fortificata

Il Monastero Esarchico di Santa Maria di Grottaferrata è un’abbazia fortificata con una storia millenaria. Nell’anno 1004 una comunità di monaci provenienti dalla Campania trova accoglienza nel monastero di S. Agata sui colli Tuscolani: erano i discepoli del venerando Abate Nilo, nato nella Calabria bizantina e quindi greco di origine e di rito, fondatore di vari monasteri. Sui colli di Tuscolo vi erano i ruderi di una grande villa romana, forse appartenuta a Cicerone, fra i quali un piccolo edificio a doppio ambiente in blocchi di peperino (“opus quadratum”) già sepolcro di epoca repubblicana utilizzato dal V secolo come oratorio cristiano, denominato, per le finestre con doppia grata di ferro, “Crypta ferrata” (da qui Grottaferrata). In questo luogo, donato da Gregorio Conte di Tuscolo, i monaci cominciarono a costruire il primo nucleo del Monastero, utilizzando il materiale dell’antica villa romana. La costruzione della Chiesa e del Monastero occupò i monaci per venti anni. Nel 1024 il santuario era completato. Il 17 dicembre di quell’anno il papa Giovanni XIX, dei Conti di Tuscolo, veniva a consacrarlo solennemente. Dopo l’invasione delle milizie di Federico Barbarossa (1163), i monaci, rifugiatisi a Subiaco, ritornarono al monastero, poco prima della definitiva distruzione della città di Tuscolo. Nel 1241 Federico II si insediò nell’abbazia, saccheggiandola. Seguì ancora un periodo di lotte per il Papato durante lo scisma d’Occidente. Un periodo di tranquillità si ebbe sotto il cardinale Bessarione, il primo abate commendatario, colto umanista greco (1462). Oggi l’abbazia è ancora abitata dai monaci basiliani. Fonte: abbaziagreca.it