Il castello è citato per la prima volta negli Statuti parmigiani del 1255 ed era feudo della famiglia Guidanselmi, ramo dei Sanvitale, che lo mantennero fino al 1313, quando con altre famiglie ghibelline dichiararono guerra al Comune di Parma. Sconfitti i Sanvitale, il castello fu smantellato e parzialmente ricostruito intorno alla metà del secolo, ad opera dei duchi di Milano. Questi cedettero il feudo a Guido Torelli, uomo d’arme al servizio di Parma, che fece del castello una vera fortezza. I Torelli tennero il luogo fino all’anno 1500, quando fu conquistato e saccheggiato da un esercito francese. La signoria fu data a Monsignor De Gimel (che fu anche governatore di Parma) il quale la rivendette al precedentemente cacciato Francesco Torelli. Il castello rimase in loro possesso, con vicende tormentate, fino al 1612. Confiscato a favore della Camera Ducale, ebbe da allora un castellano di nomina ducale fino al termine del governo borbonico; fu infine venduto alla famiglia Marchi, i cui discendenti ne sono tuttora i proprietari. Della fortezza oggi rimane integra solo la rocca: le mura che circondavano questa e il borgo sono ridotte a pochi ruderi. Fonte: Guglielmo Capacchi, Castelli parmigiani.