La cava romana di Fossacava deve probabilmente il nome alla forma “ad anfiteatro” assunta in seguito alle attività estrattive. Fornisce un marmo di colore grigio-azzurro che ricorda la qualità descritta dal geografo Strabone insieme a quello bianco lunense. Nel sito erano ancora giacenti alla fine dell’Ottocento manufatti semilavorati con iscrizioni incise, e nel secolo scorso sono stati rinvenuti attrezzi da lavoro in ferro e una statuetta della dea Luna, probabilmente destinata ad un piccolo luogo di culto dei cavatori, ora esposta al Museo del Marmo di Carrara. Sulle pareti della cava sono ancora visibili le tracce di grandi tagli eseguiti a piccone ed alcune sigle incise.La cava è rimasta attiva almeno per tre secoli, a partire dalla metà del I secolo a.C.  Fonte: toscana.beniculturali.it
Nella foto: 1- Su questo blocco si legge il termine Ephebus, che identifica uno schiavo di origine orientale, seguito da CAE, che indica forse la provenienza del blocco dal 5° taglio (caesura). Un secondo personaggio (Pudens), verosimilmente uno schiavo, viene ricordato al termine della sigla. 2- Uno scorcio del fronte settentrionale e 3- di quello meridionale, con alcuni semilavorati.