La villa romana del Varignano era parte integrante di un fondo agricolo coltivato a oliveto, forse anche con zone boschive e di pascolo. Le indagini archeologiche hanno messo in luce un grande complesso con approdo privato sul mare, che riuniva le caratteristiche tipiche della villa rustica e della villa marittima d’otium e che ebbe lunga vita, tra la fine del II secolo a.C. e il VI secolo d.C. ; i resti attualmente visibili sono databili al 90-80 a.C..  Nei secoli successivi la vita della villa continua fino ad arrivare agli inizi del V secolo d.C., quando l’innalzamento del livello marino e dell’acqua di falda rende malsano e poco sicuro il sito e la villa viene abbandonata. Attorno all’anno 1000 i monaci olivetani cominciano a coltivare quelle terre ed i ruderi della villa vengono utilizzati per terrazzamenti: viene impiantato di nuovo l’uliveto, ma anche vigneti e orti. Durante i secoli diciassettesimo e diciottesimo vengono costruiti i tre casali agricoli attualmente visibili e la grande cisterna, rimasta sempre affiorante, viene adibita a deposito di attrezzi e ricovero per animali. Fonte: www.musei.liguria.beniculturali.it