Cattedrale di San Martino

Cattedrale di San Martino

L’impianto della chiesa originaria risale al VI sec. e fu edificata per volontà del vescovo Frediano. Il titolo di cattedrale le fu trasferito dalla più antica cattedrale dei Ss. Giovanni e Reparata che aveva annesso il battistero. Nel 1060 il vescovo Anselmo da Baggio, poi divenuto papa Alessandro II, iniziò i lavori della nuova fabbrica che furono completati nel 1070, anno della consacrazione, e di questo edificio rimangono oggi solo alcune tracce nel cortile adiacente al lato est della chiesa. La fabbrica nuova era a cinque navate, larga come quello attuale, con esclusione del transetto e della tribuna. La facciata attuale fu iniziata alla fine del XII sec. Nel 1308 vennero intrapresi i lavori di ampliamento verso est che nell’arco di quasi un secolo trasformarono l’impianto originario a cinque navate in una croce latina aggiungendo abside e transetto e allungando la fabbrica “di braccia quattordici”. Nel 1372 furono realizzati i contrafforti laterali per contrastare il dissesto statico provocato dalla spinta interna delle volte e così totalmente rinnovato anche il fianco nord. All’esterno la facciata in marmo bianco con risalti di marmo serpentino e marmo rosso, risulta contraddistinta da un portico a tre arcate gradonate, delle quali la più stretta in aderenza alla torre campanaria. Degna di nota la cappella del Volto Santo, di Matteo Civitali, in marmo, a forma di tempietto ottagonale in cui si conserva l’antico crocifisso ligneo noto come Volto Santo, divenuto simbolo della città di Lucca. Nella cappella di destra si conserva il monumento funebre in marmo di Ilaria del Carretto, opera di Jacopo della Quercia eseguito nel 1405. La pavimentazione della cattedrale è caratterizzata da disegni geometrici in marmo colorato, opera della Bottega dei Civitali ed altre maestranze di zona. All’esterno la posizione del campanile condiziona la regolare scansione delle arcate del fronte: questo è dovuto al fatto che la torre, precendente alla cattedrale e di proprietà dell’antica famiglia dei Nardulli, è stata in seguito riadattata per utilizzarla come campanile. Fonte: www.chieseitaliane.chiesacattolica.it