Nel VI e V secolo a.C. l’Europa fu interessata da grandi spostamenti di popolazioni, in molti casi ondate migratorie che riguardarono inevitabilmente anche l’Italia, meta appetibile per il clima e le condizioni di vita migliori che in altri luoghi. Questo fenomeno continuò a lungo, e così si arrivò agli inizi del IV secolo, quando nuove popolazioni celtiche si riversarono nella pianura Padana, per discendere poi lungo lo stivale. Famoso è rimasto il sacco di Roma ad opera dei Galli Senoni, testimoniato da molti storici antichi, greci e romani (anche se tutti scrissero nei secoli successivi), e posto da Tacito al 18 luglio del 387 a.C..

Nella pianura padana si trovavano anche città etrusche, che agli inizi del IV sec. a.C. furono abbandonate a causa di queste invasioni, o addirittura distrutte. Tra le seconde, Plinio il Vecchio ricorda Melpum, distrutta dai Boi nel 396 a.C. (c’è chi pensa fosse l’attuale Melzo, ma sono solo ipotesi), tra le prime Kainua, il cui sito archeologico si trova presso Marzabotto. E proprio nell’Appennino Tosco-Emiliano si sono trovate tracce di insediamenti celtici, o etrusco-celtici, nei luoghi che vedete qui di seguito.

CELTI – Siti archeologici e territorio
Marzabotto
Monte Bibele